MILANO, APRILE,'45
solo me ne vo per la città
Un dramma popolare dei Mercanti di storie
Uno spettacolo dei Mercanti di Storie
scritto e interpretato da Massimiliano Loizzi
aprile 2007/novembre 2009
Una banda di musicanti disertori, due giovani amanti divenuti ormai sposi e un paggetto nano sono i protagonisti di “Milano, aprile, ‘45, solo me ne vo per la città” l'allegra triste storia di un uomo e di una donna che tanto si amarono e dei loro ardimentosi compagni in quel viaggio che li condusse da terre lontane del sud a strade di Milano, di amore, di morte e di altre rivolte.
Tutto ebbe cominciamento con le danze d’un matrimonio e fine con le lacrime d’un funerale…
Uno spettacolo di musiche, immagini e parole per evocare quei giorni che sussultarono di gioia, speranze e dolore.
Lo spettacolo ha il desiderio di portare in scena la liberazione e i giorni che la seguirono, rendere la narrazione di quei momenti vivida, e cercare di portarla fuori dai contesti più tradizionali di memoria, dando vita ad uno spettacolo di contaminazioni, che vuole mescolare generi teatrali e linguaggi musicali, cercando una dimensione comica, grottesca e onirica, avvicinandosi ai mondi di Fellini e di Kusturica per costruire un immaginario visivo e musicale quanto più lontano dal reale ed al contempo evocativo, per rendere il teatro “più grande della vita stessa”.
Due giovani innamorati d’un paese di terre del sud, si sposano durante i giorni dei bombardamenti dell’estate del ’43, un matrimonio celebrato letteralmente fra le bombe, lungo una settimana intera, fra giorno e notte, vini e balli d’ogni dove, in compagnia di vecchi, donne, bambini, disertori, zingari, animali, malcapitati di tutto il paese ed un cristo di legno che hanno liberato dalla croce.
La guerra pare finita, almeno per le genti delle terre del sud, ma il desiderio della sposa, figlia muta d’un giovane morto nelle carceri del regime, è quello di partire alla volta del nord per liberare fratelli e compagni; lo sposo d’animo più semplice s’accontenta di coltivare la sua terra e riposare.
Passano giorni, settimane, mesi ed una mattina, al risveglio la sposa non c’è più, partita di soppiatto, per liberare il suo mondo, convinta che, come recitano le parole di un biglietto da lei lasciato, una guerra seppur lontana è vicina.
Lo sposo, soltanto allora, decide anche lui di partire “alla ricerca della libertà e del suo perduto amor” ; in viaggio con lui, un nano, suo mentore e testimone e la banda dei musicanti disertori, che suona incessante.
Il loro viaggio, attraverso tutto il paese, li porterà a raggiungere Milano a liberazione ormai già avvenuta; e quando tutti ballano e cantano, lui la cerca ovunque per tutti gli ospedali, i cimiteri e fosse comuni della città, sino a quando dopo averla trovata voleranno insieme su di un letto sopra tutta Milano.
Ma è un sogno: l’atteso riabbraccio non avviene, non rivedrà più la sua sposa, colpita da morte pochi giorni dopo il 25 aprile, in uno degli ultimi lampi di guerra.
Massimiliano Loizzi……… lo sposo, il miracolato del paese
Paola Fresa………………... la sposa, la muta del paese
Massimo Viafora………….. il paggetto, l’aforista del paese
Orazio Attanasio…………... il gitano di lungo corso, corde e voce,
Emanuele Girotto………….. il tedesco disertore, tromba
Claudio Ottaviano…………..l’idiota del colle, contrabbasso